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Un bambino di otto anni è costretto a fuggire da Imola alla fine dell'estate del 1943 assieme alla madre e alla sorella per evitare ritorsioni della milizia fascista, in quanto il padre, ricercato per attività antifascista, era riuscito a fuggire appena in tempo. La famiglia troverà rifugio a Piancaldoli, una terra di confine tra la Romagna e la Toscana, dove la vita e l'ambiente circostante sono del tutto sconosciuti e all'opposto della vita nel centro di Imola, da dove il piccolo Viviano non si è mai allontanato. Viviano trascorrerà quasi due anni in questo luogo che, all'inizio quasi ostile e spaventevole, pian piano si trasformerà in occasione di nuove esperienze, a contatto con una natura fino a quel momento praticamente ignota, e di relazioni umane impensate, a partire dal forte legame con Arnaldo, un ragazzo sfollato da Bologna, che deve lavorare duramente nella stalla in cambio dell'ospitalità accordatagli dal padrone di casa. Su tutto incombe la guerra con le sue vicende, spesso drammatiche, a volte tragiche e angoscianti, ma anche con un volto amico, come quello dei soldati americani della V Armata, portatori di regali e di fiducia nell'avvenire.